Francesco hayez autoritratto di
Autoritratto in un gruppo di amici
Autoritratto in un gruppo di amici è un dipinto a olio su tela (32,5×29,5 cm) del pittore italiano Francesco Hayez, realizzato nel 1824 (o 1827?) e conservato al museo Poldi Pezzoli, a Milano.
L'opera, realizzata nel 1824, è menzionata nel Prospetto delle incisioni, quadri e oggetti d'arte a un prezzo d'acquisto (1853) come «quadretto ad olio rappresentante cinque ritratti dell'Hayez», dal valore di sessanta lire. Per vedere l'opera finalmente esposta al pubblico bisognerà attendere il 1883, quando fu inserita in una monografia dell'artista: l'Autoritratto in un gruppo di amici, infatti, era destinato a una fruizione privata. Nel 1996 il dipinto trovò la sua collocazione definitiva nelle collezioni del museo Poldi Pezzoli, ove giunse in seguito alla morte di Riccardo Lampugnani (che, a sua volta, lo ottenne dal nonno Giuseppe Gargantini).
Peculiare è la scelta dell'Hayez di raffigurarsi in un autoritratto che si discosta sensibilmente dalla ritrattistica usuale dell'Ottocento. Si tratta infatti di un «ritratto di amicizia», in cui il pittore è circondato da quattro sodali e compagni: la loro identità è nota a partire dal 1983 grazie all'analisi di Fernando Mazzocca, noto critico dell'Hayez. All'estrema destra abbiamo il poeta Tommaso Grossi, affiancato dal pittore Giuseppe Molteni, col cilindro; alla destra di Hayez abbiamo il pittore vedutista Giovanni Migliara e quindi, sopra di lui, Pelagio Pelagi, l'unico a rivolgere il proprio sguardo verso l'osservatore. Grossi, Molteni, Magliara e Pelagi sono tutti esponenti della nuova stagione romantica e protagonisti assidui delle esposizioni braidensi, capeggiati tra l'altro dallo stesso Hayez. Nell'angolo in basso a sinistra, inoltre, il quadro riporta un «1827» scritto a penna: sebbene tradizionalmente sia non riconosciuta come autografa, questa data sembrerebbe pertinente in ragione dell'analisi riflettografica alla quale il dipinto è stato sottoposto. Il
Autoritratto a 71 anni
Autoritratto a 71 anni è un dipinto di Francesco Hayez che si trova agli Uffizi.
Storia e descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Questo autoritratto è nella sua cornice originale ottocentesca, sagomata e dorata a foglia d'oro zecchino. È firmato e datato, in basso a sinistra: Francesco Hayez Venezia 1862. La datazione 1860, talvolta ripetuta, è un errore.
La direzione della Galleria degli Uffizi aveva sollecitato al pittore l'invio di un ritratto, fin dal 1858, per mezzo di Giuseppina Appiani Strigelli, nuora di Andrea Appiani, e la donazione arrivò nel 1863. L'autoritratto si trova ora in esposizione nel Corridoio vasariano.
Su un fondo grigio e indistinto, rischiarato appena da un alone di luce, la sagoma del pittore si staglia, in piedi, con la tavolozza e i pennelli nella sinistra e il pennello con cui è al lavoro nella destra, che è appoggiata lievemente ad un banco di legno grezzo. La raffigurazione è severa, asciutta, nitida.
In questo periodo della sua vita, Hayez esaltava le suggestioni risorgimentali ed era uno degli artisti elevati a simbolo della nascente nazione italiana.
Esposizioni
[modifica | modifica wikitesto]- Mostra dei Maestri di Brera: (1776-1859), Milano, 1975
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]- Gli altri autoritratti
Francesco Hayez, Autoritratto in un gruppo di amici, 1824 circa, Museo Poldi Pezzoli (Milano)
Francesco Hayez, Autoritratto con leone e tigre in gabbia, 1830 circa, Museo Poldi Pezzoli, (Milano)
Francesco Hayez, Autoritratto a 57 anni, Pinacoteca di Brera (Milano)
Francesco Hayez, Autoritratto a 88 anni, Galleria internazionale d'arte moderna (Venezia)
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giorgio Nicodemi (a cura di), Francesco Hayez, Milano, Ceschina, SBN LIA0128630.
- Sergio Coradeschi, L'opera completa di Hayez, Milano, Rizzoli, 1971, SBN RAV00
- Autoritratto a 71 anni è
- Si tratta di uno degli autoritratti
- File:Hayez - Autoritratto, 4t020-00045, Accademia di
Autoritratto
Si tratta di uno degli autoritratti più celebri di Hayez che, fin dalla spavalda e ipnotica immagine che aveva offerto di sé nell’Autoritratto a trentuno anni del 1822, sarebbe tornato numerose volte su questo soggetto, sempre con l’intenzione di offrire un’idea precisa della sua dimensione personale e professionale. La strepitosa serie di autoritratti che si susseguono nel corso dei decenni culmina con quello del 1878, donato all’Accademia di Belle Arti di Venezia poco dopo la sua esecuzione.
Hayez, in calce alla firma, si concede il vezzo di rimarcare che l’opera è stata dipinta quando aveva ottantotto anni, aumentandosi l’età, seppure di un solo anno, per amplificare la sua longevità artistica in un ideale paragone con Tiziano, che ultraottuagenario era ancora attivo. L’artista si presenta seduto nel proprio studio brandendo un pennello, circondato da uno spazio sobrio, quasi monocromo, illuminato da una luce calda e avvolgente che proviene da sinistra. Mancano tavolozza e dipinti in lavorazione, ma più che un commiato dalla pittura l’artista sembra piuttosto voler affermare con orgoglio la dignità della sua professione.
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